Riflessioni sulle sette qualità della volontà in Psicosintesi

Una precedenza disattesa
Nella mia tesina ‘La Cenerentola volontà’ mi sono concentrato in particolare sugli aspetti della volontà – forte, sapiente, buona, transpersonale – seguendo inconsapevolmente l’andazzo generale. D’altronde la parte operativa per l’allenamento della volontà, ne ‘L’atto di volontà’ di Roberto Assagioli, è accentrata proprio lì. A dire il vero ho intravisto anche qualche tentativo di applicazione pratica de ‘Gli stadi della volontà’ ma niente di più di qualche cenno per quanto concerne le qualità della volontà alle quali lo stesso Assagioli dedica certamente lo spazio più modesto.
Invece ad una ennesima rilettura del capitolo ‘Le qualità della volontà’ mi è balenata l’idea che piccola è la parte ma vale assai. Leggendo e rileggendo mi sono convinto che questa non è una mia originale intuizione quanto, invece, proprio il pensiero di Assagioli chiaramente espresso in parole. Scrive infatti il nostro autore: “Per quanto riguarda l’allenamento della volontà bisogna prima avere un’idea chiara delle varie qualità, conoscerle e capirle a fondo. Poi queste possono essere evocate secondo la necessità nelle giuste proporzioni e nel modo appropriato, così come richiede la situazione”.(p.22) Una precedenza ripetuta ben due volte se si considera che il capitolo si apre proprio con le stesse parole: “Prima di intraprendere uno studio particolareggiato dei quattro aspetti principali della volontà e di come si possono sviluppare con l’allenamento, sarà bene passare in rassegna le qualità della volontà”.
Dunque, occorre avere “un’idea chiara delle varie qualità, conoscerle e capirle a fondo”. Queste qualità sono ben evidenti nei grandi volitivi – scrive Assagioli – ma esistono in una certa misura, per quanto piccola, in ognuno di noi, e se necessario possiamo risvegliarle dallo stato latente fino a manifestarle. Queste qualità sono dunque in qualche misura disponibili sta a noi entrare in contatto con esse ed imparare a gestirle adeguatamente e opportunamente. Non è presente in Assagioli la possibilità che queste qualità si manifestino nel loro opposto o meglio nel loro aspetto negativo, non come virtù ma come vizi. Eppure le qualità della volontà elencate da Assagioli richiamano per assonanza le sette virtù del cristianesimo e per opposizione i sette peccati capitali. Richiamano anche aspetti planetari e mitologici che vale la pena riesumare, magari solo per cenni, allo scopo di identificare e fissare con chiarezza e a fondo le stesse qualità della volontà.
Evidentemente Assagioli, in linea generale, non contempla la possibilità dell’aspetto negativo per il semplice fatto che l’allenamento della volontà presuppone un certo stadio di avanzamento nei lavori relativi alla psicosintesi personale che quanto meno produce l’allentamento di certi meccanismi di difesa o di eventuali complessi psichici ad essi associati. Anche se ha ben chiaro che tutte le qualità hanno la loro importanza al punto da considerarle come una catena che ha la forza dell’anello più debole e sopratutto mette in guardia dalla volontà definita vittoriana, per il periodo storico in cui si è affermata, che punta quasi esclusivamente sulla forza a scapito delle altre qualità.

La prima qualità della volontà: Energia – Dinamismo – Intensità
Su questa prima qualità Assagioli scrive che può avere effetti nocivi e perfino disastrosi se non è associata ad altre qualità ed equilibrata dall’azione delle altre funzioni psicologiche. Tuttavia riconosce che l’elemento energia ha la sua importanza anche se, su un piano più alto, un atto di volontà può essere compiuto senza sforzo alcuno.
E’ sin troppo evidente che il pianeta – astrologicamente parlando – che rappresenta questa qualità della volontà è Marte. Il suo simbolo grafico è un cerchio sormontato da una croce o una freccia inclinata verso destra. Le sue virtù caratteristiche sono il coraggio, la forza di volontà, l’intraprendenza, mentre, al contrario, come primo tra i sette peccati capitali presenta le caratteristiche negative dell’ira, della prevaricazione e dell’aggressione. Vale la pena approfondirne anche l’aspetto negativo poiché esso sottrae energie vitali ad ogni tentativo di progresso e di crescita personale sopratutto la dove si manifesta nelle vesti occulte della falsa spiritualità.
San Giovanni della Croce nella ‘Notte oscura’ a proposito delle imperfezioni dei principianti sotto la voce ‘Vizio dell’ira’ scrive tra le altre: “si adirano contro i vizi degli altri, con uno zelo inquieto, censurandoli. A volte si lasciano prendere da un forte desiderio di rimproverarli bruscamente e talvolta lo fanno atteggiandosi a padroni della virtù […] fanno molti e grandi propositi e poiché non sono umili e non diffidano di sé, quanto più numerosi sono i propositi che fanno, tanto più cadono e si inquietano.” La scelta dei brani è ovviamente non casuale.
Concludo con una citazione in tema di Evagrio Pontico monaco vissuto nel IV secolo: “L’ira è una passione furibonda, che con facilità fa uscire di mente quelli che afferra, inferocisce l’anima e fa evitare ogni compagnia. Un forte vento non farà oscillare una torre: così l’ira non si impadronirà di un animo mite. L’acqua è mossa dalla violenza dei venti: l’iracondo è turbato dai pensieri stolti..” (Evagrio Pontico, Gli otto spiriti della malvagità, ed. San Paolo, p.49).