Notte Oscura

Meditazione riflessiva sulla “notte oscura”
Sul perché mi sono impegnato e mi impegno tuttora in uno studio approfondito degli scritti di San Giovanni della Croce (SG+) quando ancora navigo in acque agitate sul piano della psicosintesi personale mi avvalgo della facoltà di non rispondere chiamando a mia giustificazione una citazione di Roberto Assagioli: “Si tratta di casi di sviluppo interiore irregolare e disarmonico. Queste persone possono raggiungere alti livelli spirituali con una parte della loro personalità, ma essere d’altro lato schiave di attaccamenti infantili o sotto il dominio di ‘complessi’ inconsci. Si potrebbe anzi dire che, con un’analisi accurata, nella maggioranza di coloro che percorrono la via spirituale si trovano – come, si noti, in quasi tutti i così detti ‘normali’ – dei resti più o meno grandi di limitazioni di quel genere”(Lo sviluppo transpersonale, p.110). Spero che questa citazione sia sufficiente a non far perdere tempo a chi può permettersi si seguire un ‘normale’ percorso psicosintetico: intrapersonale, interpersonale, transpersonale.

Albrecht Durer Melancolia I

L’intrecciarsi in modo quasi inestricabile di aspetti intrapersonali, interpersonali e transpersonali se da un lato deve essere ricondotto alla regola generale per esempio iniziando con il rafforzare l’io là dove non è sufficientemente ‘adulto’, dall’altra presenta specificità per curare le quali occorre – ancor più che in uno sviluppo spirituale meno contrastato – “una duplice serie di conoscenze e di pratica: quella del medico esperto di malattie nervose e di psicoterapia, e quella del serio studioso o del pellegrino sulle vie dello Spirito. Questa duplice competenza si trova attualmente di rado associata; ma dato il rapido crescere del numero delle persone bisognose di simili cure, tutti coloro che siano in grado di farlo dovrebbero accingersi risolutamente a prepararsi per quell’opera di bene.”(p.110-111).
Spero che ciò mi giustifichi negli azzardi che seguono che vogliono rispondere ad una domanda basilare: è possibile che la notte oscura si manifesti in una personalità che non ha trovato ancora il proprio equilibrio? Che si trascini ancora ‘complessi’ di una certa consistenza? E se si come si intreccia con le altre problematiche… e come affrontarle?
Secondo Assagioli: “Quando il processo di trasformazione psicospirituale raggiunge il suo stadio finale e decisivo, esso produce talvolta un’intensa sofferenza e un’oscurità interiore che è stata chiamata dai mistici cristiani ‘notte oscura dell’anima’. I suoi caratteri la fanno rassomigliare molto alla malattia chiamata ‘psicosi depressiva’ o melanconia. Tali caratteri sono: uno stato emotivo di intensa depressione, che può giungere fino alla disperazione; un senso acuto della propria indegnità; una forte tendenza all’autocritica e all’autocondanna, che in alcuni casi giunge alla convinzione di essere perduti o dannati; un senso penoso di impotenza mentale; l’indebolimento della volontà e dell’autodominio; un disgusto ed una grande difficoltà ad agire.
Alcuni di questi sintomi possono presentarsi in forma meno intensa anche negli stadi precedenti, ma allora non si tratta della vera ‘notte oscura dell’anima’.
Questa strana e terribile esperienza non è, malgrado le apparenze, uno stato patologico; essa ha cause spirituali e un grande valore spirituale.
A questa, che è stata chiamata la ‘crocifissione mistica’ o ‘morte mistica’, segue la gloriosa resurrezione spirituale che pone fine a ogni sofferenza e a ogni disturbo, dei quali è sovrabbondante compenso, e che costituisce la pienezza della salute spirituale.”(p.106)
Avrete notato che Assagioli scrive che alcuni sintomi della notte oscura possono presentarsi anche in stadi precedenti ma che allora non si tratta della vera notte oscura…
Potrebbe essere, almeno in parte, una risposta alle mie domande… ma intanto una cosa è certa: Assagioli ripete anche in questa ultima osservazione, così come nella duplice competenza e nella sintomatologia, quanto scrive a chiare lettere SG+. A questo punto è forse meglio risalire all’origine, lettura che lo stesso Assagioli consiglia citando una delle opere di SG+, ‘Notte oscura”.
Non è peraltro un caso che tra i mistici cristiani SG+ venga considerato quello che più si è avvalso di una prospettiva psicologica per descrivere la via dell’unione. Nel testo delle “Opere – Giovanni della Croce Dottore della Chiesa” edizioni OCD che ho utilizzato, nella Prefazione è scritto quanto segue: “Un rilievo che spesso vien fatto a proposito di San Giovanni della Croce è la prospettiva quasi esclusivamente psicologica dei suoi grandi trattati, e non è infrequente per questo un certo rammarico. Ma il fatto non può dar luogo ad equivoci. Pur essendo innegabile la prevalenza dell’analisi psicologica e lo sviluppo di temi come l’evasione dal sensibile, la purificazione delle facoltà spirituali, il passaggio dalla meditazione alla contemplazione, le esperienze soggettive degli stati mistici: tutti temi squisitamente psicologici; tuttavia le grandi realtà del peccato originale, della grazia, della unione a Cristo, dell’azione dello Spirito Santo e della vita trinitaria costituiscono la struttura essenziale di questa sintesi mistica che invece di presentarle nella luce astratta della verità, le presenta incarnate nel dinamismo vivo delle anime…”(p.XXIV).
Se a questa impostazione aggiungiamo il fatto che SG+ scrive per esperienza diretta (aspetto sottolineato da Assagioli) cioè in una prospettiva fenomenologica che per certi versi ha fatto dubitare della sua lettura dei testi sacri, la scelta di Assagioli appare del tutto naturale oltre che preziosa per integrare opportunamente il suo pensiero sul versante culturale cristiano.
Nel prossimo articolo mi soffermerò sulla sintomatologia della ‘notte oscura’ secondo SG+