Necessità dell’esperienza

Disegno di una sub: Achille con gli scudi
Le tue elucubrazioni sulle cause dei tuoi mali non dissolvono i sintomi né intaccano i cattivi comportamenti. Sei solo all’inizio del conosci – possiedi – trasforma… Tu sai ma non sei il che equivale a dire che te ne sei fatta una ragione ma il lavoro pesante è ancora tutto da fare: divenire la cosa stessa. Ricordo di aver letto che gli indiani d’America mettevano in pratica le loro visioni. Se la sub è ‘Achille con gli scudi’, l’unica via d’uscita è diventare quell’Achille sperimentando in concreto quegli scudi che isolano e allontanano.
Ogni subpersonalità è un qualcosa che vive, che palpita, vuole esprimersi ed ha una sua volontà (vedi: Vittorio Viglienghi su internet) che la porta a manifestarsi in qualche modo: è sintomo, comportamento, concezione del mondo e coinvolge tutti i piani dell’essere fin dove può arrivare. Gli scudi di Achille porteranno alla totale solitudine. Se l’accetti tenderà a crescere, a realizzare il suo scopo, si esporrà sempre di più alla vista della coscienza e potrai così familiarizzare con le sue dinamiche e aspettative fino a poterci ‘giocare’ insieme.
Achille sa quel che vuole contro ogni tua pretesa e giustificazione e non molla facilmente la presa come un bambino incaponito per un giocattolo. Credi di averlo domato ma ti sta solo giocando: ha trovato un altro modo per raggiungere il suo scopo. Solo nel confronto vissuto puoi venirne a capo a patto che ci siano intenzionalità e perseveranza. L’esperienza insegna, come in ‘La canzone dell’amore perduto’ di De André dove si scioglie il nodo dell’illusione dell’amore eterno per la donna amata.
Solo l’esperienza personale può rintracciare il confine dove finisce la confusione tra la diffidenza per i propri simili e la solitudine del ‘pellegrino sulle vie dello spirito’. Si dice infatti, in ambienti esoterici, che sullo scudo di Achille (quello di Troia) siano incisi i simboli della grande opera… forse c’è solo uno scudo di troppo.
Lavis, 19/06/2020
Fernando Potì