Lavorare con le subpersonalità: un caso

Come possiamo lavorare con le subpersonalità tecnica basilare della psicosintesi nel processo di disidentificazione?
Con l’osservazione! Prestando attenzione a noi stessi, in particolare al nostro mondo interiore. In un mondo che costantemente e tenacemente ci invita all’estroversione possiamo gradualmente e pazientemente riequilibrare la situazione indirizzandoci all’introversione, incominciando ad auto-osservarci; in altre parole assumiamo l’atteggiamento dell’osservatore. Questo significa semplicemente osservare il nostro stesso comportamento e le emozioni ad esso associate ma anche le nostre sensazioni, le immagini, i desideri, i pensieri, le intuizioni, (in sintesi l’intero spettro della stella delle funzioni), a partire da ciò che in qualche modo è problematico, ci fa soffrire, ci isola dal mondo o dagli amici, ci crea contrasti nelle relazioni e quant’altro ci impedisce di vivere serenamente e creativamente.
Dobbiamo però evitare di emettere giudizi su ciò che stiamo osservando siano essi benevoli o no perché “quando giudichiamo siamo in genere ‘identificati’ con qualche ideologia, morale, ecc., in ultima analisi con qualche subpersonalità” (De Paolis).
La tecnica più semplice e spontanea per conoscersi meglio è tenere un diario. Daniele De Paolis in “L’io e le sue maschere”, Edizioni Istituto di Psicosintesi, scrive: “Tenendo un diario è possibile vedere con distacco le parti, i personaggi messi in scena nel corso della giornata. Vedere come si recitino alcune parti nei rapporti sociali, generalmente sempre le stesse: alcune più importanti, altre secondarie. Come alcune parti siano richieste in maniera coercitiva da talune persone o da talune circostanze, altre invece rientrano nel nostro repertorio preferito. E tante altre cose. Ancora una volta il fatto di descriverle e quindi di obiettivarle ci distanzia da quelle parti, da quei personaggi.” (p.70)
Un’altra tecnica per fare la conoscenza dei nostri personaggi interiori è quella del disegno libero i cui risultati ho sempre trovato personalmente sorprendenti e che mi hanno veramente convinto che il dialogo con l’inconscio è possibile oltre che auspicabile. Dopo aver predisposto matite colorate o pennarelli o ciò di cui si dispone per disegnare o dipingere; dopo aver predisposto un bel foglio grande (magari il retro di un poster in disuso), preferibilmente non più piccolo di un formato A4, si fa un po’ di rilassamento profondo o più semplicemente ci si rilassa con una tecnica tipo training autogeno o come ho descritto in altro articolo nel mio blog. Dopo di che ci si mette a disegnare lasciandosi andare. La nostra sarà una vera opera d’arte perché ci parlerà di noi stessi come non ci eravamo visti prima ma – attenzione – se ci mettiamo in mezzo pretese artistiche o prestazionali impediamo il dialogo in profondità e non se ne fa niente…
Se le precauzioni sono rispettate il risultato ci parlerà chiaramente. Anche nella interpretazione occorre lasciar parlare l’inconscio, con cautela ma senza troppe reticenze. Le intuizioni sarebbe bene scriverle non solo per fissarle e conservarne memoria ma anche perché la scrittura, se opportunamente esercitata, come abbiamo già accennato per il diario, può divenire anche essa una tecnica molto efficace di dialogo con l’inconscio. Accludo una serie di domande strutturate per una più approfondita analisi di una sub una volta individuata e dopo che le abbiamo dato un nome, nonché le lettere che sub e soggetto si scrivono reciprocamente.
Ci tengo a precisare che le tecniche qui descritte le ho apprese nel corso triennale per counseling psicosintetico dell’Istituto Internazionale di Psicosintesi Educativa (a cui va il mio ringraziamento) la cui frequenza ritengo indispensabile per una corretta applicazione e personalizzazione delle tecniche stesse nonché per l’insostituibile lavoro di gruppo. Ovviamente si può anche ricorrere al coaching, al counseling o alla psicoterapia individuale ad indirizzo psicosintetico… Per chi fosse impossibilitato, o bloccato a casa come me per il coronavirus, auguro buon lavoro con il fai da te.
La sub robertinocorresolitario
comportamento – robertinocorresolitario ieri: va da solo col vento in poppa, non ha bisogno di nessuno ma poi si fa male e piange, torna dalla mamma; robertinocorresolitario oggi: quando le cose vanno bene veleggia incurante degli altri, prende quello che gli serve e tira dritto, poi il vento cambia e si ritrova senza più voglia di correre e solo come un cane randagio;
quando si attiva, quando è che mi identifico – tutte le volte che le cose incominciano a girare, magari dopo uno sforzo per uscire fuori dai casini o pratiche di meditazione o semplicemente perché gira bene, ci sono energie e c’è un movimento in verticale… robertinocorresolitario corre, corre e non si ferma. E’ una energia ascendente ma destinata ad esaurirsi per mancanza di rifornimento;
che cosa questa sub mi fa provare a livello fisico, a livello emotivo, a livello mentale e poi i desideri e le immagini mentali – mi fa provare la forza e l’ebbrezza dell’energia che dissolve i problemi e fa filare tutto liscio… robertinocorresolitario non ha più problemi ma, ad un certo punto, per un apparente caso fortuito, robertinocorresolitario si ferma e tutto si ribalta…. robertinocorresolitario può spiccare il volo perché non ha vincoli, ma allo stesso tempo e come una trottola senza più spinta…;
qual è lo scopo di questa sub – lo scopo? robertinocorresolitario vuole tenere a debita distanza gli altri;
che discorsi mi fa, quali sono i suoi discorsi, quali parole usa – salire in alto per superare i conflitti;
quali effetti ha prodotto questa sub nella mia vita – mi ha fatto toccare momenti di totalità e mi ha permesso di mantenere le distanze dagli altri, familiari compresi ma mi ha anche isolato, sono diventato un ‘cane sciolto’ come si diceva ai tempi della contestazione;
a che cosa mi è servita, a che cosa mi è stata funzionale – è stata funzionale ad una separazione incompleta madre/figlio e ad una mancanza di guida, per ragioni oggettive della figura paterna;
che tipo di capacità mi ha permesso di sviluppare – la forza dello stare da soli, una ricerca interiore ininterrotta e meticolosa;
con chi si allea – con il misticismo, con grandi scenari ideali, con la fame di conoscenza;
con chi è in conflitto – è in conflitto con il mondo intero;
a cosa mi fa rinunciare – mi fa rinunciare alle gratificazioni quotidiane che il mondo dispensa normalmente;
quale è il suo stile manipolativo – costringo gli altri a starmi alla larga o a seguirmi da succubi;
che vantaggio mi da – esplorazione seppur frammentaria dell’altro mondo e degli abissi di questo;
qual è il suo bisogno nucleare – costringermi a cercare rapporti autentici e a trovare interiormente un equilibrio terreno tra Cielo e Terra;
quali sono le sue qualità potenziali – la familiarità con il mondo interiore in una realtà sociale prevalentemente estroversa anche quando ammicca all’Essere e all’occultismo più in generale;
qual è il suo imprinting, la sua origine, il modello più in generale che ripropone – il rifiuto di un rapporto osmotico dettato dall’angoscia della dedizione; l’indipendenza e l’autonomia prima di tutto;
qual è il suo opposto – stare per terra in mezzo ai propri simili riconoscendo che non si è mai soli e che la solitudine se non è una sceltà è comunque un modo di relazionarsi agli altri;
cosa provo per questa sub – devo molto a questa sub che per me è stata come il cane che morde il polpaccio del Matto dei tarocchi. Ma spero finalmente di poterla trasformare accettando la realtà per quello che è.
Lettera della sub robertinocorresolitario a Roberto
Caro Roberto,
sono il tuo robertinocorresolitario. Sono completamente immerso in questo mondo, tutto mi parla… le galline, il pozzo, le piante dell’orto, la natura. E’ tutto un profumo, un incanto, una magia. Ma ci sono momenti in cui metto il broncio… qualcosa non va e allora vado a sedermi sotto il tavolo grande della cucina che ha un asse poco alto da terra e sto zitto tutto solo. Mi ricordo qualche incomprensione in cui avevo agito d’istinto pensando di fare cosa gradita e mi ero preso rimproveri e botte. Insomma non ci si può fidare nemmeno delle persone più care…Non capiscono le vere intenzioni e si fermano alle convenzioni sociali. Caro Roberto ricordati che fidarsi è bene ma… Qui ognuno ha le sue menate. Solo la natura non mente, può sembrare crudele ma ha la sua magia e sopratutto è fedele e generosa e non manca mai agli appuntamenti.
robertinocorresolitario
Lettera di Roberto alla sub robertinocorresolitario
Caro robertinocorresolitario, la magia della natura è tutto e niente: è tutto per te che sei appena venuto alla vita e sei ancora immerso in essa; è niente per me che ho passato gran parte della mia vita e mi sono reso conto che l’uomo è un essere sociale e senza il suo simile regredisce nel nulla. Oggi che sono in mezzo alla natura a due passi dai sentieri di montagna e posso guardare il torrente che scorre sotto casa, non sento più il suo fascino, la sua magia; il mio percorso mi porta a fare i conti con il mio prossimo che è si difettoso ma possibile di miglioramento. D’altronde anch’io mi sono dovuto accettare nei miei limiti e difetti (e non sono pochi). Anche tu allora mettiti l’anima in pace e accetta questi limiti così io mi metto tranquillo e smetto di fare il Donchisciotte che lotta contro i mulini a vento e posso lavorare con calma e un po più di serenità per migliorare me stesso e forse anche gli altri. Tuo affezionatissimo Roberto – attuale detentore del copyright.
P.S. Solo così potrai sperare di ritrovare quella natura magica che è in te e fuori di te.