La quinta qualità della volontà: Perseveranza – Sopportazione – Pazienza


Su questa qualità della volontà prenderò le mosse da una citazione di Marina Maitan tratta da ‘Fatevi il vostro oroscopo!’ ed. Feltrinelli, 1989: “Gli sono stati dati molti nomi. E’ conosciuto anche come ‘Padre del Tempo’, come ‘Pianeta degli insegnamenti’ o anche ‘Pianeta degli ostacoli’ e infatti ci obbliga spesso a fermarci, a segnare il passo, a guardarci dentro, a cercare la pista buona, a tentare di risolvere il perché della nostra esistenza. Si chiama anche ‘Pianeta della pazienza’; pazienza non come qualcosa che assomiglia alla sottomissione, ma come verità che si intuisce poco a poco, che si accetta, si trasforma, si afferma e che cancella l’impulsività e quindi lo squilibrio, il disordine”.(p.58)
L’autrice continua affermando che vincere gli aspetti negativi di Saturno non è facile: vuol dire lavoro e fatica che mal si sopportano, dimenticando, troppo facilmente, la lezione di Sofocle che faceva dire ad un suo personaggio: “Nessun uomo chiamerete felice se di vita il traguardo avrà superato senza aver prima patito dolore”.
Su quest’ultimo punto, di fondamentale importanza pratica, mi aggancio alla descrizione di questa quinta qualità della volontà fatta da Assagioli ne ‘L’atto di volontà’: “Dal punto di vista esistenziale questo atteggiamento di sopportazione può essere definito ‘accettazione volontaria della sofferenza’. E’ stato scoperto che il rifiuto di accettare la sofferenza spesso può creare delle condizioni nevrotiche, mentre la generosa accettazione di una sofferenza inevitabilmente produce illuminazione e crescita interiore, e realizzazione”.(p.29)
Più in generale, nel descrivere questa quinta qualità della volontà (Perseveranza – Sopportazione – Pazienza), indiscutibilmente abbinata a Saturno, Assagioli si sofferma a descrivere l’importanza della fermezza di intenzione e della costanza perché “sono perfino più necessari dell’energia e possono anche sostituirla nelle persone che hanno poca forza fisica. In questi casi può essere usata la tecnica del ‘poco e spesso’”.(p28)
“Un altro tipo di perseveranza è quella esercitata nonostante i ripetuti fallimenti”, scrive ancora Assagioli. E questo non è solo il segreto di molti inventori e scienziati di successo, di cui fa qualche nome il nostro autore, ma anche “una qualità preziosa quando ci troviamo a lungo in condizioni dolorose e inevitabili” in cui ci è richiesta una grande capacità di sopportazione. Ed è questa, certamente, la condizione di chi è sulla via di un percorso di crescita personale che richiede, come descritto nella citazione sopra, una ‘accettazione volontaria della sofferenza’.
Assagioli conclude la sua analisi su questa qualità della volontà affermando che la pazienza “di solito non viene associata alla volontà a causa di una visione limitata delle implicazioni della volontà, ma la pazienza fa parte di una volontà completamente sviluppata”.(p.30)
Sulle imperfezioni dei principianti circa il secondo vizio capitale che è l’avarizia, presa nel senso spirituale, San Giovanni della Croce scrive tra le altre: “Molti non sono mai sazi di ascoltare consigli, di apprendere precetti spirituali, di possedere e leggere molti libri che trattano dell’argomento e passano il loro tempo più in questo che nel praticare, come dovrebbero, la mortificazione e la povertà interiore di spirito. Costoro si caricano di immagini e di rosari di fattura originale: ora lasciano gli uni e prendono gli altri, talvolta li cambiano e li ricambiano, quando li vogliono fatti in un modo quando in un altro, affezionandosi ad una croce più che ad un’altra, perché più originale. Potrete poi vedere altri ricoperti di Agnus Dei, di reliquie e di nomina come i fanciulli di gingilli”.(p.358)
In questa citazione si evidenzia in particolar modo l’impazienza che spesso caratterizza i principianti che devono ancora fare i conti con la conoscenza delle proprie imperfezioni e con la loro accettazione. Si direbbe anzi che gran parte degli ostacoli da superare nel percorso di crescita personale sta proprio in questa incapacità di soffermarsi, osservarsi con attenzione e conoscersi per poi accettarsi, unica via per una vera trasformazione interiore. Osservo infine, onde evitare equivoci, che leggendo con attenzione gli scritti di SG+ mi sono pienamente convinto che il suo concetto di ‘mortificazione’ corrisponde esattamente a quello di ‘disidentificazione’ in Psicosintesi, ovviamente occorre tener conto che il livello di riferimento di SG+ è quello spirituale.
Lavis, 21 febbraio 2019
Fernando Potì