La notte oscura e Le metamorfosi di Apuleio

Bisogna leggere ‘Le metamorfosi o l’asino d’oro’ di Apuleio per comprendere quanto sia dolce ed esaltante la luna di miele con l’aspetto materno del Sé all’inizio della ricerca di Sé stessi. Ma questa ebrezza, questa ridondanza di forze e di vitalità, con cui le energie spirituali iniziano a nutrire la vecchia personalità non ancora rinnovata sono destinate a far crescere il grano e loglio che lo insidia sino a soffocarlo. E così l’elisir si trasforma in pomata magica che trasforma Lucio (Apuleio: anche qui l’autore, sotto l’artificio letterario, parla della propria esperienza) in asino. L’asino è il nostro animo molteplice; il riconoscimento che a guidare la nostra personalità è la parte più greve fatta di istinti, emozioni, impulsi e desideri più o meno socializzati. Le avventure dell’asino-Apuleio sono quelle di chi vuole mangiare le rose dell’iniziazione (quella vera e non solo virtuale) per divenire Sé stesso ma viene malamente scacciato dai giardinieri perché le rose non sono cibo per animali. Bastonate e ogni altra forma di maltrattamento si ripetono, nell’indifferenza e ilarità generale, ogni qualvolta l’asino cerca di sfuggire al proprio destino, fino all’apparire in sogno della Dea che gli indica la via dell’unione.

Un racconto salace e dissacrante quello di Apuleio molto diverso dalle pagine serie, piene di pathos e di poesia della ‘Notte oscura’ e della ‘Salita del Monte Carmelo’ per non parlare del ‘Cantico spirituale’ o della ‘Fiamma viva d’amore’. Ma il significato profondo è lo stesso. Abbinare Apuleio a SG+, diversi per tradizione e periodo storico, può essere un confronto utile proprio per comprenderne la sostanza dell’esperienza vissuta che traspare chiaramente al di là degli stili letterali.
Abbinare Apuleio a SG+ può anche essere un buon antidoto alla durezza della vita monastica (per lo sguardo dei nostri tempi) che rischia troppo facilmente di scivolare in quella volontà vittoriana – osteggiata da Assagioli – sotto forma di ‘sacrificio’ e ‘mortificazione’ quando questi termini si allontanano dal significato di ‘disidentificazione’. Sacrificio e mortificazione non servono a niente quando non sono funzionali alla disidentificazione. La Psicosintesi preferisce agire con dolcezza e gradualità tant’è che il suo fondatore ripudia anche la Magia bianca di cui apprezza le finalità ma non il metodo (vedi ‘Coscienza spirituale e coscienza astrale’).