Donchisciotte – analisi di una sub


Donchisciotte – analisi di una sub con una lettera inviatagli e suo approfondimento sistematico con lo schema dei 18 punti
Caro Donchisciotte, mia sub tremenda e solitaria. Tu vigili per allontanare gli intrusi. Sempre in allerta, non ti stanchi mai né ti concedi un attimo di riposo, o forse si, quando la notte rientri nel tuo castello e tiri su il ponte levatoio.
Guardi verso il bosco, simbolo dell’inconscio, e non sai quando il pericolo si presenterà. Armato di tutto punto vigili alla difesa del tuo castello col ponte levatoio abbassato ed una strada che sembra un tappeto pronto ad accogliere gli ospiti. Ma è solo un’apparenza. La tua stessa armatura tiene alla larga chi ti vede da lontano. Ma c’è sempre chi ci casca e ti scambia per quello che credi di essere: un difensore dei deboli e di belle fanciulle indifese. Poveri illusi, non sanno che il tuo gioco è perverso e che paladino sei ma dei tuoi fantasmi che ti fanno scambiare mulini per armate e lucciole per lanterne.
Quale sortilegio appannò a tal punto la tua mente ondivaga? Tu persegui una gloria consumata dal tempo e che più nessuno considera. Vuoi assiderti sul trono degli eroi vantando gesta che fan ridere persino i polli. Non puoi difendere coloro da cui ti senti minacciato, né salvare donzelle che alle sottane ti vedrebbero incollato. Che eroe saresti succube di simili paure e come potresti sostenere il confronto con chi non teme veramente alcuno e ama spassionatamente ognuno?
Donchisciotte, abbandona i fantasmi impropriamente cavati dai tuoi libri e apri la mente alla realtà impenitente. Guarda le schiere nemiche con umiltà e coraggio e scoverai i mulini con le pale ad ampio raggio. Il tuo ardire è una tempesta in un bacile che male a te stesso e agli altri può fare e pericolo vero procurare. D’altri tempi è il tuo servaggio or non serve più a nessuno, cosa aspetti a rinnovarti, a morire o trasformarti poiché un Donchisciotte è amato se raddrizza il suo primato conveniente ai tempi suoi.
Chiediti: “Chi sta pensando e immaginando in questo momento?” Pensi di essere tu e non ti sbagli ma non sei l’unico abitante di questa mente delirante. Anzi, oltre la mente c’è qualcuno che ti osserva da vicino e non è certo incline a bere del tuo vino. Tu ora sei osservato speciale da cotanto retaggio che con pazienza e disincanto riporterà all’ovile il tuo falso vanto.
Approfondimento sistematico della sub con l’analisi dei 18 punti
1. Comportamento: quando qualcuno si avvicina emotivamente la sub Donchisciotte fa scattare la difesa dei confini ossia la messa in atto di una strategia del ripristino delle distanze. Esempio: un’amica accetta l’invito ad una passeggiata ma se cerca di avvicinarsi emotivamente, peraltro interpretando correttamente le mie intenzioni iniziali, la sub opera da censore allontanando l’attenzione della coscienza dalla anche più semplice apertura incentivando magari l’atteggiamento tipico del consigliere spirituale parolaio e saputello. Oppure, come in altri casi, provoca scontri sul piano delle idee o incentiva l’atteggiamento scandalistico sul piano spirituale. Certo è che c’è una intuizione precisa della tolleranza dell’interlocutore e delle sue debolezze al punto che il risultato difensivo è assicurato e, oserei dire, in modo creativo.
2. Si attiva quando c’è un’apertura dall’altra parte che io stesso ho in qualche modo richiesto.
3. Che cosa mi fa provare? In generale scoraggiamento, demoralizzazione. Mi fa pensare di essere uno schiavo, un immaturo incapace di liberarmi da contenuti inconsci infantili che pure conosco da tempo. Sul piano fisico mi impedisce espressioni fondamentali integrate con gli altri livelli e mi lascia uno strascico desiderante.
4. Qual’è il suo scopo? Difendermi dai troppi abbandoni seguiti alle cure amorevoli… amorevolezze fusionali che hanno, peraltro, ostacolato la mia esplorazione del mondo. E’ evidente il ruolo difensivo di questa sub anche nelle sue fantasticherie che sono una valvola di sfogo alla mancanza di relazioni significative.
5. Quali parole usa? Che discorsi fa? “Meglio tenerlo/a alla larga!”; “Non ho tempo da perdere a questi livelli!”; ma anche:”Sono un incapace! Ci tenevo tanto ma c’è poco da fare…”.
6. Nella mia vita ha prodotto l’effetto di isolarmi sempre di più ma mi ha costretto anche, di conseguenza, ad interessarmi della mia vita interiore; a prendere atto di una attività inconscia su cui avevo ben poco controllo.
7. E’ stata funzionale a far emergere quello che c’era nel fondo della mia anima e lo è tuttora anche se cambiano i modi.
8. Mi ha costretto all’auto osservazione, a cercare di capire quello che succedeva nel mio mondo interiore e lentamente – superando le ultime razionalizzazioni – a instaurare un dialogo con l’inconscio e a sviluppare la capacità di mantenerlo e renderlo produttivo.
9. Si allea con tutte le altre sub asociali e con la paura del successo e del sublime.
10. E’ in conflitto con la mia voglia di vivere, di crescere, di avere una vita sociale dinamica e creativa e di contribuire in qualche modo al miglioramento dell’umanità. E’ in conflitto con la parte sana di me stesso.
11. Mi fa rinunciare all’amore sacro e a quello profano; alla totalità di me stesso e all’Uno.
12. Il suo stile manipolativo è ignorare le richieste di contatto umano e usare le energie dell’apertura per stroncare ogni possibile relazione colpendo l’altro/a nel suo punto debole.
13. Che vantaggio mi da? Una vita al riparo da forti scossoni anche se appiattita e disseminata di dolorosi rimpianti. Una relativa tranquillità sopratutto nei confronti del transpersonale che incombe minaccioso: è bastato che si risvegliasse un po’ di corrente astrale durante una tecnica psicosintetica per mandarmi in paranoia per molto tempo.
14. Il suo bisogno di fondo è proteggere l’integrità personale; proteggere dalla paura della perdita del controllo ed essere sommerso dai contenuti inconsci sia dal basso che dall’alto.
15. Le sue qualità potenziali sono: la vigilanza e la salvaguardia dell’integrità personale; l’aspirazione, anche se idealizzata e quindi falsa, ad un ideale superiore.
16. Il modello che ripropone è quello del bambino con una madre osmotica e eccessivamente preoccupata per lui. Ma è anche il modello della grande madre, la materia prima degli alchimisti, che domina e riduce a sudditanza chi non ha le necessarie qualificazioni per gestirla.
17. Il suo opposto è lasciarsi andare; l’immersione nel mondo senza riserve né remora alcuna; una sorta di regressione nell’unità primitiva.
18. Provo compassione per questa sub, per il compito ingrato che si è assunta ed è costretta a svolgere. Vorrei che la smettesse di reiterare un passato obsoleto e al tempo guardasse con più coraggio l’avvenire, alle grandi possibilità che si prospettano una volta imparato ad accettare e accogliere la benedizione che viene dall’alto. Ma perché ciò avvenga e la sub si trasformi in un paladino del nuovo mondo occorre che la dignificazione (vedi Cornelio Agrippa) sia completa.