Con la Natura

“Con la Natura, oltre la Natura” è una delle frasi celebri degli Alchimisti che nel titolo di questo breve scritto limito alla prima parte. Ne scrivo sulla base di una intuizione baluginata nella mia mente mentre rileggevo Dom. Antonio Giuseppe Pernety, “Trattato dell’Opera Ermetica”, 1758. L’autore, benedettino e alchimista, non si stanca mai di ripetere la necessità assoluta, per chi voglia cimentarsi nella Grande Opera, di studiare la Natura al fine di impadronirsi del suo modus operandi. Idea certo non sua visto che unanimemente l’Arte Ermetica si fonda su questo presupposto: “Non sarebbe mai abbastanza il raccomandare lo studio della Fisica, poiché vi si impara a conoscere i principi che la Natura impiega nella composizione e formazione degli individui dei tre regni: animale, vegetale e minerale. Privi di questa conoscenza, si lavorerebbe alla cieca, e per formare un corpo s’impiegherebbe ciò che sarebbe solamente adatto a formare altro d’un genere o d’una specie del tutto differente da quello che ci si propose. Perché l’uomo viene dall’uomo, il bue dal bue, la pianta dalla sua propria semenza, ed il metallo dalla sua.”(p.25)

Tenuto conto che gli alchimisti parlando dei metalli si riferiscono per analogia anche alle passioni e alla psiche umana – concezione peraltro ampiamente condivisa – mi è venuto spontaneo, starei per scrivere naturale, l’accostamento con Roberto Assagioli il quale ne “L’atto di volontà” ci invita direttamente alla conoscenza di questo ‘livello’ della Natura nella descrizione dettagliata delle Leggi psicologiche o psicodinamiche. Non solo! Ci dà anche delle “Applicazioni pratiche della volontà sapiente” che consentono, se intelligentemente adoperate, di prendere dimestichezza con aspetti della nostra vita psichica (ad esempio sul potere delle immagini, dei simboli, dei suoni, etc) senza la quale prendere nelle proprie mani la propria vita è una semplice illusione proiettiva.

Incominciavo a intravedere un ponte tra due mondi che parlano linguaggi apparentemente molto diversi sapendo comunque che Assagioli, padre della Psicosintesi, aveva in grande considerazione l’Alchimia… In realtà l’accostamento Psicosintesi-Alchimia è maturato, per quello che mi riguarda, da una domanda molto concreta sorta durante la lettura di un altro scritto del Pernety e cioé “Le favole egizie e greche svelate e riportate ad un unico fondamento”: come posso parare l’attrazione fatale di Circe? Cosa posso fare per includere nella mia interiorità questo aspetto del femminile che allo stato attuale mi rende succube di modelli immaginari standardizzati e reiterati dai media all’infinito al punto da apparire come l’unica realtà?

Le Leggi della psicodinamica sono uno sviluppo di quei “Principi Generali di Fisica secondo la Filosofia Ermetica” che Pernety ci presenta nel Trattato già citato. E che non si tratti di un sviluppo casuale o secondario ce lo attestano altre indicazioni di Assagioli – limitandomi a “L’atto di volontà”- ad iniziare da quel suo richiamo alla volontà saggia : “… un attributo essenziale della volontà è il potere di “giocare con gli opposti”, di regolare l’interazione di forze e funzioni che sono agli antipodi, stabilendo così un equilibrio e una sintesi dinamici, senza ricorrere al compromesso, ma piuttosto attraverso una regolazione da un ‘livello superiore’. Questo processo generale è descritto nel mio articolo “L’equilibramento e la sintesi degli opposti”.(p.79)

Concludo, sempre con riferimento a “L’atto di volontà”, con un richiamo di Assagioli a due leggi fondamentali della Natura che troppo spesso dimentichiamo sia a livello individuale che a livello generale: “Ci sono due grandi leggi che operano nel mondo fisico e nel mondo psicologico: La ‘Legge di azione e reazione’ e la ‘Legge di ritmo ed equilibrio’. A causa di queste leggi chi fa del male attira il male su se stesso; chi è violento e spietato alla fine richiama su di sé la violenza e la crudeltà altrui.”(p.20)

Lavis, 26/09/2021

Fernando Potì