Stella delle funzioni e sigillo di Salomone


Confesso che appena ho guardato con un po d’attenzione la stella delle funzioni è scattata in automatico l’associazione con il sigillo di Salomone o stella di Davide. Potenza dei condizionamenti fatti di studi e operatività magica dove il suddetto simbolo è ampiamente utilizzato. Senza nulla togliere alla originalità del simbolo assagioliano, generalmente accostato all’ovoide, ed in virtù della caratteristica polisemica dei simboli, mi permetto qualche digressione in merito nella scarsa convinzione che possa interessare a qualcuno.
L’accostamento della stella delle funzioni al sigillo di Salomone ci conduce ad osservare che il simbolo si compone di due triangoli, il primo con il vertice in basso dato dalla funzione sensazione, il secondo col vertice in alto rappresentato dalla funzione intuizione. Già questa contrapposizione ‘intuizione’ in alto e ‘sensazione’ in basso, dovrebbe farci riflettere a proposito dell’equilibramento e sintesi degli opposti.
Questa contrapposizione polare non è prerogativa solo di intuizione e sensazione, anche tutte le altre funzioni presentano le stesse caratteristiche. Il pensiero, ad esempio, si specchia nell’emozione-sentimento che per certi versi ne è la negazione; più corretto, in una prospettiva psicosintetica, è dire la sua opposta polarità con cui realizzare una sintesi superiore. La forma base adottata da Assagioli per la dinamica della sintesi, che implica una ‘trasformazione’ delle energie, è il triangolo (a dire il vero anche il Kremmerz si serve del triangolo per evidenziare la sintesi degli opposti tale e quale al creatore della psicosintesi e non è certo il solo).
Ritornando ai due triangoli in cui si può idealmente scindere la stella delle funzioni abbiamo un triangolo con la punta in alto – simbolo alchemico del fuoco – ed uno con la testa in basso – simbolo alchemico della terra – . Nella stella assagioliana abbiamo il primo triangolo dato da impulso-desiderio ed emozione-sentimento con l’intuizione in posizione strategica mentre il secondo triangolo vede immaginazione e pensiero alla base mentre la sensazione occupa il vertice del triangolo in basso in posizione privilegiata semplicemente perché in posizione verticale. Da notare che mentre pensiero e immaginazione sono calamitate in basso, verso la sensazione, la terra o il saturniano come suole dirsi in Magia, l’intuizione è alimentata da impulso-desiderio ed emozione-sentimento. Come abbiamo già visto tra sensazione e intuizione c’è una relazione privilegiata per ciò che concerne l’ampliamento della coscienza: in genere anche l’insight si avverte sia come idea luminosa e chiarificatrice sia come sensazione fisica della totalità del corpo.
Su questi due triangoli in cui può essere scomposta la stella molto ci sarebbe da dire. Si giustifica ampiamente, per esempio, la posizione di Krishnamurti sulla funzione pensiero che a suo parere è diventata quella dominante nella nostra società scientista e ipertecnologica ma che andrebbe del tutto trascesa come espressione della mente per accedere a superiori stati di coscienza. Io assagioliano e Volontà sono ‘meta’ rispetto alle funzioni psicologiche e quindi, queste ultime, vanno trascese perdendo il loro caratteristico colore originario fondendosi nel biancore centrale della Volontà e dell’Io (albedo) pur continuando a fare il proprio mestiere.
Delle molteplici considerazioni che se ne possono trarre mi limiterò ad esporne brevemente solo due: la prima perché evidenzia alcuni aspetti della stella delle funzioni scarsamente considerati; la seconda perché opera un collegamento con l’alchimia di un certo interesse.
1. Scrive Giuliano Kremmerz nel volume secondo de ‘La Scienza dei Magi’ a pagina 390: “Nella simbologia lineare dei cabalisti, il triangolo col vertice in su (a) è la vita palese, cosciente, visibile e sensibile. L’uomo che vive nella piena coscienza della ragione esteriore, l’uomo con la testa eretta al cielo, di sopra al livello del suolo (a’). Se il triangolo è capovolto (b) come un cuneo infisso nelle profondità della terra, inferiore al livello (a’’), è la vita occulta, misteriosa, nel buio non sondabile della morte dell’uomo, l’uomo vitale nel suo incosciente, l’astrale nebbioso oscuro, profondo, che non appartiene più alla vita esteriore visibile. Il doppio triangolo, cioè penetrazione dei due (c) in modo che il livello terreno (a’’’) si ferma all’intersecazione media dei lati, è il tipo del mago, uomo integrato tra l’apparente coscienza esteriore (triangolo in alto) e l’occulto della sua coscienza (triangolo inferiore) che tien luogo del dio occulto con tutto il suo appannaggio di poteri.(nota 2)

Nota 2: “Nel Dogme et rituel de la Haute Magie, Eliphas Levi ricostruì in disegno, personificando le immagini, la superiore e la inferiore, per esplicare la doppia testa del Sohar che in sostanza, nella simbologia lineare, corrisponde ai due triangoli intrecciati, i quali si trovano come ornamento al posto della croce su alcune edizioni di bibbie stampate dal 500 all’800…”
Riporto l’immagine del Gran Simbolo di Salomone tratta da ‘Il dogma dell’alta magia’ di Elifas Levi. Mi limito ad osservare che qui la stella è circondata da un serpente a forma ovoidale che si morde la coda e, stranamente, a brillare non è la luminosità del Sé in alto come nell’ovoide assagioliano, quanto la parte più bassa forse a richiamarci un aspetto del “ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli di una cosa sola” (Tavola di smeraldo)scarsamente considerato nella nostra epoca.
2. Se cerchiamo nel web i simboli dei quattro elementi (terra, acqua, aria, fuoco) Wikipedia ci restituisce i quattro segni che seguono. Quelli che seguono sono comunque stati tratti dal Corpus Philosophorum Totius Magiae libro terzo a pagina 44 e ciò spiega perché sotto il nome dell’elemento appare anche il metallo corrispondente dal punto di vista alchemico.

Sempre nella stessa pagina troviamo scritto: “Combinando insieme i quattro simboli alchemici dei quattro elementi si ha il pentacolo ermetico per eccellenza, comeché contiene i quattro simboli elementari includenti tutta la Grande Opera dell’Ermetismo, giacché la Grande Opera si riduce a sublimare la terra in acqua, in aria e in fuoco per ritornare terra.”
Questi aspetti parziali o scomposizioni della stella non devono ovviamente farci dimenticare la sua espressione più chiara e semplice la quale ci dice che ogni funzione ha una sua specificità ed è al tempo stesso una autonoma espressione che dialoga con le altre secondo le leggi della psicodinamica. Ogni commistione impropria tra due o più funzioni cristallizzandosi diviene patologica poiché limita e veicola forzosamente l’energia in forme espressive abitudinarie e innaturali. Disegnando la propria stella si può individuare quale raggio tende a predominare e quale è sottoutilizzato, e , continuando ad osservarsi senza giudicare, divenire successivamente consapevoli di alleanze, servitù e complessi vari che si annidano in questi squilibri.
Assagioli raccomanda di impegnarsi ad equilibrare la propria stella poiché gli squilibri allontanano dal Centro e con ciò dall’Io e dalla Volontà. Tra gli alchimisti arabi questo lavorio passava sotto il nome di “arte della bilancia”.
Lavis, 06/06/19
Fernando Potì