Deturnare tra psicosintesi e psicomagia

Me ne stavo un po contrito costretto dal coronavirus tra le mura domestiche quando, dovendo uscire per necessità alimentari, mi è venuta una idea luminosa: Mi costruisco una mascherina! Il tempo certo non mi manca – mi sono detto – la manualità nemmeno e di attrezzi ne ho fin troppi… ma avrò il materiale necessario? Brevi letture e qualche video mi hanno gratificato visto che avevo persino due garze 10 x 10 sterili che un farmacista consigliava di usare come estrema ratio. Mi sono messo all’opera e in men che non si dica col copia, taglia e cuci la mascherina fai da te era bella e pronta.
Forse non proprio bella visto che era larga, arricciata malamente nonostante l’avessi stirata col ferro a vapore, ma stava su coprendo gran parte del viso barba compresa. Non uscirò mai con questa cosa in faccia! – mi sono detto in un primo momento guardandomi allo specchio tanto più che le poche persone che passavano per strada ne erano in gran parte sprovviste.
E’ stato a questo punto che qualcosa in me si è ribellato: Lo fai per gli altri… potresti essere, nonostante l’età, un asintomatico… Ma non è bastato. L’idea creativa è spuntata dopo: Lo fai anche per te! E’ un gesto che rompe con l’assuefazione comportamentale quotidiana che ti porti dietro anche fuori casa con tanto di muri invisibili che ti soffocano (da buon schizo). L’idea mi ha contagiato positivamente al punto da vincere quelle parti depressive ossessionate dall’angoscia del pericolo e dello sguardo altrui. Mi sono immaginato orgoglioso in strada con la mia mascherina fai da te in un “come se…” che ha funzionato alla grande. Detto fatto! Sono andato a fare la spesa, nelle vicinanze, tranquillo e beato con la mia mascherina dicendo con enfasi: L’ho fatta da me! Ha una garza multistrato incorporata! Come se fosse stata il toccasana contro tutti i mali.
In realtà sull’efficacia concreta dell’aggeggio è sopravvenuta in seguito più di qualche perplessità, comunque: Meglio di niente! Invece sul suo effetto ‘sottile’ ossia sul gesto, non ho dubbi: per un momento ho rotto con la monotonia e l’insicurezza che diventa sempre più pesante mano a mano che “l’inevitabile” si allunga nel tempo.
Mi sono reso conto poi che una spinta all’azione mi è venuta anche dalla recente lettura di “Psicomagia” di Jodorowsky e dalle azioni ‘deturnanti’ del suo periodo giovanile come quella di attraversare la città in linea retta senza poter aggirare gli ostacoli: “Ricordo di aver suonato a una porta e di aver spiegato alla signora che ci era venuta ad aprire che eravamo poeti in azione e dovevamo attraversare la sua casa in linea retta. Lei ha capito perfettamente e ci ha fatto uscire dal retro. Attraversare l’intera città in linea retta è stata per noi una grande esperienza, perché siamo riusciti a superare ogni ostacolo. A poco a poco abbiamo osato compiere atti sempre più azzardati.”(p.25)
Un atto che rompeva con le gabbie della quotidianità e al tempo stesso un gesto che allenava la volontà. Un gesto che mi ha richiamato alla mente Vittorio Viglienghi – “Orizzonti psicosintetici, Antologia di scritti sulle applicazioni e le implicazioni della Psicosintesi” – uno dei docenti del corso di counseling psicosintetico che ho frequentato anni or sono, il quale nel trattare il tema della volontà ci aveva mandato per strada, uno alla volta, con il compito di fare qualcosa che non avevamo mai fatto, qualcosa di inusuale… Ero stato in giro nelle vicinanze della sede incapace di immaginare alcunché angosciato dallo sguardo della gente che avrei potuto provocare… Stanco delle mie paranoie alla fine non riuscivo più a pensare a niente… quando vicino al mausoleo di De Gasperi ho iniziato ad assumere la postura delle persone rappresentate nella scultura bronzea della base con grande impegno e dedizione…
Psicosintesi? Psicomagia? Critica della critica sessantottina? Non importa… l’importante è trovare la propria strada affinando la sensibilità dell’ascolto interiore ed esteriore poiché ogni gesto, anche il più apparentemente banale e scontato, come indossare una mascherina fai da te in tempi di coronavirus, per qualcuno può fare la differenza.
Fernando Potì
Lavis, 26/03/2020