Stili di personalità

Albrecht Durer Melancolia I

Quattro sono gli stili di personalità in psicosintesi: depresso, schizoide, ossessivo e isterico.
Sono come i 3 colori primari che mescolati creano infinite sfumature e tutti insieme affogano nel nero della depressione. È per questo che per trasformare uno stile occorre immergerlo nel nero, attraversare cioè una fase depressiva più o meno lunga. Gli alchimisti lo hanno saputo da sempre denominandola appunto opera al nero. Per farsene un’idea basta una meditazioni riflessiva sul quadro intitolato: Melencolia I di Albrecht Dürer.
Stile di personalità depressa
Al depresso è mancata la base sicura, non è stato accolto in modo caldo, pieno, incondizionato. Di conseguenza il bambino è rimasto teso, ansioso e non in grado di rilassarsi, fidarsi.
Respira in modo superficiale rendendo difficoltoso il recupero energetico. Parte dell’energia vitale implode. Non ha ricevuto il permesso pieno di esistere e quindi rinuncia ad affermarsi nella vita, non riesce ad entusiasmarsi, non riesce a tenere in piedi un progetto.
Di fronte alle difficoltà tende a collassare mancando dell’altro permesso fondamentale: riuscire a realizzarsi!
L’energia bloccata anziché rabbia mostra compiacenza, sottomissione, amore. Ha imparato che per ricevere deve dare qualcosa in cambio: affetto, premurosita, sorriso. Non ama autenticamente, mostra amore per ricevere.
Deve amare per sopravvivere e anche se riceve poco continua nell’illusione di poter essere prima o poi ricambiato. La rabbia rimane sullo sfondo ma non viene utilizzata come naturale aggressività per affermarsi nella vita e per la realizzazione dei propri bisogni. Le personalità depressa conosce solo la via indiretta: attirarsi le grazie e compiacere per non essere rifiutata.
La rabbia emerge spesso sotto forma di equivalente aggressivo: il depresso fa del male agli altri, ma sempre in modo apparentemente involontario e inintenzionale così da non dover subire ritorsioni (vedi scena delle schegge di vetro nel piatto di pasta nel film con la Buy).
Un altro modo è lamentandosi e facendo la vittima e se trova la persona giusta può diventare un vero torturatore.
Stile di personalità isterica-istrionica
La personalità isterica-istrionica ha origine nell’essere stati ignorati in tutto o in parte da infante. La sua personalità è stata compressa e ingabbiata… da qui il suo grande bisogno di affermarsi e dire: io, io!
La maschera dell’istrionico/a cerca di coprire la rabbia narcisistica, e di trasformarla in seduzione, creatività, fascino. La decisione della maschera è : ti sedurrò, così avrò la tua ammirazione di cui ho bisogno! La maschera non vuole scatenare aggressività, vuole solo lodi, ammirazione, plauso, o addirittura riconoscenza. Guai a non applaudire il suo show: si allontana e diventa un nemico.
Egli mette tutta la sua energia per essere applaudito e riconosciuto. Se fallisce, rischia di ricadere nel vissuto depressivo, nella ferita. Rischia di contattare quella parte di sé, fragile, debole, triste, che non vuole assolutamente vedere. La politica della maschera è diretta totalmente a creare un personaggio che è esattamente l’opposto di quella parte: un personaggio affascinante, seduttore, vincitore. Un personaggio che susciti l’ammirazione e l’invidia, capace come nessun altro di conquistare i rappresentanti del sesso opposto: di qui la seduzione sessuale e il bisogno di competere nelle tenzoni amorose.
Stile di personalità schizoide
“Mentre nel depresso c’è un tentativo di cercare il contatto per avere affetto e amore, che poi si traduce nella decisione di compiacere, nello schizoide la speranza di ricevere è morta sul nascere. Egli non si aspetta niente, se non rifiuti, e quindi la decisione sarà di ritirarsi ed isolarsi.”
Il depresso nutre ancora qualche speranza perciò prova, rischia, anche se non può fidarsi completamente, e pertanto rimane teso e non si lascia facilmente consolare.
Lo schizoide invece non ha avuto l’esperienza dell’amore, non si tratta di carenza, ma di assenza. Non sa cosa sia il calore, il contatto, la sicurezza, egli ha sperimentato solo freddezza, il rifiuto, l’ostilità.
Il depresso ha imparato a empatizzare e compiacere nella speranza di essere accolto, accettato, amato. Da qui la grande energia che impiega per costruire la maschera, il falso sé che dovrebbe farlo apparire amabile. Tutto questo è del tutto estraneo allo schizoide il quale ha sperimentato solo rifiuto e freddezza. Lo schizoide ha imparato a fidarsi solo di se stesso. “Non ha bisogno di altri: non ha bisogno di fingere allo scopo di ottenere il loro amore. Egli è autosufficiente”. L’energia vitale dello schizoide è congelata per non sentire il dolore, ma in questo modo non sente neppure il piacere.
La maschera dello schizoide non cerca il contatto, non cerca l’intimità quindi non ha bisogno di fingere. “La maschera ha il compito di dare una parvenza sociale di accettabilità. Per questo lo tiene ritirato, isolato, al riparo dalla cosa che teme di più, e che farebbe scattare la furia del suo se inferiore: l’intimità.”
“La strategia dello schizoide è il completo distacco dai sentimenti e il ritiro sul piano del pensiero, come nell’ossessivo, e una totale mancanza di radicamento emotivo, cioè di contatto con i sentimenti e il corpo. ”
Stile di personalità ossessivo
L’ossessivo soffre per un precoce soffocamento della sua spontaneità e libertà di esplorazione per le troppe regole imposte dai genitori, per le loro esagerate richieste, per la loro mancanza di sensibilità e rispetto per l’autodeterminazione del bambino.
Questi genitori “non educano i figli, li ammaestrano. Talvolta si presentano come modelli di infallibilità. Il loro messaggio è: tu vali per le tue performance, non per le tue qualità umane, relazionali, affettive; vali per cosa fai e non per ciò che sei. Questi bambini hanno una continua paura di fare errori, e la sgradevole impressione di non fare mai abbastanza.”
Il bambino perde così il contatto con i suoi veri sentimenti; al posto della volontà interna egli sviluppa una volontà esterna condizionata, attraverso la quale impara ad assecondare le regole nelle quali si identifica. Impara a vivere in un mondo di doveri.
“L’ossessivo vive in un mondo fatto di doveri: le cose si fanno così, questo è giusto e questo è sbagliato, questo non si può fare.” E giù giudizi di ostracismo su chi non si attiene alle regole. Genitori troppo severi o che chiedono troppo al bambino in un clima generale di rigidità e colpevolizzazione in cui possono punire anche solo con una occhiata o con il tono della voce.
“Il bambino interiorizza tutto questo: blocco della spontaneità, impotenza a ribellarsi, dolore nel cuore, paura colpevole. ”
Il se inferiore è carico di rabbia e ostilità ma non come nel depresso che non ha ricevuto abbastanza: la sua parte di amore l’ha ricevuta ma appena ha iniziato a esprimere sé stesso è stato bloccato e ingabbiato.
Ha imparato a fare il bravo bambino (la maschera) coscienzioso, pulito, obbediente, bravo a scuola, rispettoso, affidabile. Ma dentro (la ferita) ribolle di rabbia da contrapposizione, da sfondamento di ciò che gli impedisce di autoaffemarsi… dentro c’è una enorme carica di aggressività.
FINE
Liberamente tratto da “Subpersonalità e crescita dell’io” di Mauro Scardovelli. Per i lati potenzialmente positivi di ogni stile di personalità rinvio allo stesso testo.