Chiacchiere, pettegolezzi, pregiudizi

Sono ormai un paio di giorni che avverto un certo malessere non ben identificato e localizzabile. Che sarà mai? Non c’è un sintomo specifico, sembra piuttosto un disturbo su un piano più sottile di quello fisico, forse attinente al sesto senso… Una cosa è comunque certa: mi si impongono involontariamente alcune immagini, volti di persone conosciute, e le frasi precise con cui le ho apostrofate ad amici o parenti così detti affidabili! Magari giudizi poco lusinghieri infarciti con conoscenze psicologiche che ne sanciscono l’attendibilità, magari buttate lì senza pensarci come cose ovvie, magari in risposta ritardata ad attese tradite…
Può anche succedere che il rapporto sia diretto, magari tramite quella telefonata fatta superficialmente per riempire il vuoto del momento che però indispettisce l’interlocutore il quale percepisce subito la situazione e già in partenza si sente trattato da tappa buchi… figuriamoci il seguito!
Giudizi più o meno palesi, più o meno confessati a se stessi, talvolta veri e propri lapsus freudiani che tradiscono verità che ci riguardano, che mettono a nudo aspetti di noi stessi che siamo restii a voler riconoscere come nostri e che attraverso il meccanismo di difesa della proiezione attribuiamo agli altri in modo subdolo facendocene una ragione.
Ma l’Intelligenza che governa l’universo non ne vuole sapere delle nostre meschine giustificazioni: ogni giudizio è una confessione propria attribuita ad un altro/a. Detto in altre parole quello che ci colpisce fuori di noi è lo specchio esatto, anche se spesso frammentato, di quello che è il nostro mondo interiore. O ancora, se vogliamo, “l’universo è una struttura energetica di risposta”: semini e se il seme cade sulla terra buona fruttifica!
Sul piano psicologico buoni e cattivi semi si equivalgono, fruttificano entrambi inevitabilmente, più che la qualità del seme-pensiero qui vale l’intensità evocativa, l’emozione, la passione che l’ha generato. E se la sua natura è inconscia tanto peggio perché si nutre di energie vive represse che sono lì nel famoso “calderone ribollente” di freudiana memoria pronte a esplodere scottando il malcapitato.
Ci vuole solo del tempo affinché ciò che naviga nel mondo emozionale raggiunga il suo scopo, ma inesorabilmente lo persegue. Il pettegolezzo partito per apparente casualità giunge infine al destinatario il quale oltre a scottarsi restituisce al mittente con tanto di interessi…
Si! Quel generico malessere mi sembra proprio la restituzione di qualche parola di troppo dietro cui si nascondevano inconsci sentimenti di rivalsa. Più in generale ogni nostro giudizio non è mai neutro ed è sempre la proiezione del nostro mondo interiore sulla realtà di un altro/a; siamo costituzionalmente incapaci di comprendere l’unicità di un altro essere e le nostre semplificazioni non sono mai neutre. Solo chi ha riconquistato stabilmente l’Unione può ‘vedere’ realmente ciò che lo circonda ma si presume che in questa condizione ogni giudizio si dissolva nel nulla.
Non si scherza con le emozioni, con quello che la scienza dei magi definisce ‘basso astrale’, oggi più che mai intasato, ma che funziona comunque egregiamente. Ora mi sono scritto un cartello: NO GIUDIZI – NO PETTEGOLEZZI – NO CHIACCHIERE – SI COMPASSIONE e già con questa rinnovata intenzione che stimola una maggiore ‘attenzione’ alle apparenti piccole cose di ogni giorno mi sembra di risparmiare energie da dedicare in modo costruttivo.
Concludo con una citazione di Roberto Assagioli in merito: “Ricordiamo come lo scontento, la svalutazione, il criticismo tendono a limitare, isterilire, “mortificare”, sia chi vien criticato sia chi critica, ed in tal senso costituiscono un’arma sottile ed avvelenata che compie silenziosamente più male che non l’opera clamorosa della ribellione aperta e della violenza palese. Applichiamoci invece a riconoscere, e ad usare, il grande potere benefico della lode, della gratitudine, della glorificazione. La lode suscita e vivifica; la gratitudine attira nuovi doni; la glorificazione (che è riconoscimento dell’onnipotenza divina) giunge a trasformare in modo quasi magico le circostanze, gli esseri e noi stessi.” (tratto da: “Appunti di lavoro interiore” reperibile gratuitamente su internet)
Lavis, 09-09-2020
Fernando Potì